6500 dollari USA è la richiesta degli hacker
Duran Mor non avrebbe mai immaginato che la sua panetteria potesse diventare l’obiettivo di un cyber attacco. Invece, nell’arco di breve tempo, è accaduto due volte.
Duran Mor è un ottimista che ride spesso e volentieri. Da 15 anni è proprietario della panetteria Mor a Brugg, Bad Zurzach e Villnachern, che gestisce insieme ai fratelli Murat e Mustafa. I fratelli lavorano principalmente come panettieri nel forno e in negozio, Duran invece si occupa di amministrazione, contabilità e gestione del personale.
Il 6 aprile 2020, a Duran Mor passa la voglia di ridere. Nel pieno del primo confinamento, mentre si sta occupando della contabilità, il computer improvvisamente si blocca. Non può più accedere alle fatture emesse, alle consegne in sospeso, ai dati dei clienti. «Se aprivo un documento, era pieno di strani caratteri», ricorda il 43enne. Mor chiama la società informatica che ha installato il sistema nelle tre filiali della sua panetteria. La situazione è chiara: si tratta di un cyber attacco. A questo punto Duran Mor si ricorda di aver aperto distrattamente l’allegato a un’e-mail inviatagli qualche giorno addietro da quello che diceva di essere il suo fornitore di telefonia. Così facendo aveva installato sul proprio sistema un crypto trojan e crittografato tutti i dati. Per renderli nuovamente accessibili, gli hacker hanno richiesto il paga-mento in bitcoin di 6500 dollari USA.
Il riscatto è un falso incentivo
Duran Mor riflette: «Non avevo un’assicurazione cyber protezione e l’ultimo backup risaliva a un anno fa. Non ci eravamo resi conto che era passato così tanto tempo.» Dapprima prende in considerazione l’idea di pagare il riscatto. Poi, dopo averne discusso con la società informatica, decide altrimenti. Pagare il riscatto rende infatti il business delle estorsioni davvero redditizio per i cyber criminali.
Non voglio più trovarmi ad affrontare un problema di questo tipo.
Con gran fatica e con l’aiuto dei fratelli e dei dipendenti, Mor ricostruisce minuziosamente le fatture in sospeso e le consegne effettuate. Un lavoro enorme. Poi, come se non bastasse, due settimane più tardi i cyber criminali colpiscono di nuovo. «Abbiamo dovuto ricominciare tutto daccapo.» La questione di come proteggersi era quindi impellente. «Abbiamo installato una memoria centrale per sincronizzare e salvare i dati alle ore 11 di ogni sera.»
Dati nuovamente aggiornati
Dopo altre tre settimane, molte ore di lavoro e spese di oltre 5000 franchi, i dati più importanti sono stati recuperati e gli ordini hanno potuto essere immessi di nuovo nel sistema.
«Non voglio più trovarmi ad affrontare un problema di questo tipo», dichiara Duran Mor. I tre fratelli hanno quindi deciso di stipulare un’assicurazione cyber protezione con la Mobiliare (vedi riquadro). Prossimamente, Duran Mor intende anche seguire un corso di sensibilizzazione ai cyber rischi per imparare ad affrontarli correttamente. «Così saremo pronti per il prossimo attacco», dichiara Duran Mor, a cui è tornato il sorriso.
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