Arte e sostenibilità vol. 3
Nella serie espositiva Arte & Sostenibilità, la Mobiliare realizza tre progetti contemporaneamente: un progetto partecipativo con un lungo orizzonte temporale, dedicato alla propria storia, una lounge che, grazie ai visitatori, si trasforma da istallazione a spazio vivo e il riconoscimento per giovani artisti svizzeri Prix Mobilière. Tre progetti che racchiudono anche tre ambiti tematici diversi: tradizione, attualità e futuro.
Iniziò nel 1826: 1° capitolo di un progetto partecipativo con un lungo orizzonte temporale
Il primo capitolo del progetto partecipativo di lungo respiro «Iniziò nel 1826» è dedicato agli esordi della Mobiliare e alle radici della sua profonda convinzione. Avvenimenti e documenti storici sono accompagnati dall'installazione al neon «Bazar Rogatka» (2012) della giovane coppia di artisti Georg Keller & Zofia Kwasieborska. In quest'opera, acquistata recentemente dalla Mobiliare per la propria collezione, il mercato viene presentato come una forma di commercio che oggi è quasi nostalgica.
La Mobiliare ha deciso di presentare questo lavoro perché riflette un mito risalente alle origini della sua storia, quando gli assicurati potevano pagare anche in natura i premi delle loro polizze. «Nel nostro primo capitolo esploriamo questo mito e iniziamo un viaggio nel nostro passato, portando con noi il bagaglio delle esperienze odierne», spiega Dorothea Strauss, curatrice dell'esposizione e responsabile di Corporate Social Responsibility.
Il primo capitolo della storia della cooperativa Mobiliare è al tempo stesso anche un invito: «desideriamo vivamente che il nostro pubblico racconti insieme a noi la storia della Mobiliare», precisa Dorothea Strauss. I capitoli successivi saranno esplorati a poco a poco, nel corso dei prossimi anni. Che cosa sanno i visitatori della Mobiliare che invece noi ignoriamo? Possiedono magari dei documenti interessanti e di valore storico? Forse addirittura una polizza del XIX secolo? «Incoraggiamo il nostro pubblico a condividere con noi le proprie esperienze e ad affidarci temporaneamente oggetti e documenti d'interesse storico, permettendoci così di presentarli a un largo pubblico», commenta Dorothea Strauss.
Cardini importanti di questo lavoro di elaborazione storica si trovano anche tra le opere d'arte che la Mobiliare collezione dalla fine degli anni '30. Un'opera d'arte, al di là del suo valore intrinseco, può essere considerata anche una testimonianza tangibile dell'epoca in cui è stata creata ed espressione del suo spirito. «Le opere d'arte ci offrono sorprendenti spazi per esercitare la nostra capacità pensare ed agire in modo creativo e innovativo. Confrontandoci con l'arte, impariamo a dialogare», conclude la curatrice della mostra.
Prix Mobilière 2015: esposizione di tutti gli artisti nominati
Quest'anno, ciascuno dei sette rinomati curatori e curatrici ha indicato un giovane artista a cui assegnare il Prix Mobilière. Questa selezione offre un interessante spaccato della giovane scena artistica svizzera, che la Mobiliare presenta al largo pubblico con un'ampia esposizione collettiva. Dopo essere stata presentata alla fine di gennaio all'artgenève di Ginevra, l'esposizione viene ora riproposta presso la Mobiliare a Berna, negli appositi spazi della Direzione.
Opere esposte: Nicolas Cilins (*1985, vive a Ginevra), Bernhard Hegglin (*1989 a Zurigo, vive a Zurigo), Sophie Hofer e Mariann Oppliger (*1981 a Berna, vive a Bienne / *1982 a Berna, vive a Berna), Raphael Hefti (*1978 a Bienne, vive a Zurigo e Londra), Thomas Julier(*1983 a Briga, vive a Zurigo e Briga), Nicolas Party (*1980 a Losanna, vive a Bruxelles),Hannah Weinberger (*1988 a Filderstadt, vive a Basilea).
Con l'esposizione è stato pubblicato anche un ampio catalogo, in tedesco e francese.
Il Prix Mobilière 2015 è stato assegnato a Raphael Hefti. La giuria ha così motivato la propria scelta: «Nel suo lavoro artistico, Raphael Hefti mette in primo piano la sperimentazione e la ricerca applicata a materiali di uso quotidiano, come il vetro, il ferro o la carta fotografica, che sono sottoposti a processi inusuali e trattamenti estremi. Nascono così oggetti e immagini di stupefacente bellezza. Il risultato ci confronta con i limiti della nostra percezione, condizionata dall'industria e dalla nostra idea del prodotto finale.»
Anche i collaboratori e le collaboratrici della Mobiliare sono stati affascinati dall'opera di Hefti: gli hanno infatti assegnato il riconoscimento interno Notre Prix Mobilière.
Llloblyekk && Bboolyekk: la lounge realizzata da Kerim Seiler
Dietro il titolo enigmatico «Llloblyekk && Bboolyekk» si cela la nuova lounge di Kerim Seiler(*1974 a Berna), un'installazione globale concepita appositamente dall'artista per gli spazi della Mobiliare.
Ispirandosi alla celeberrima sedia rossa e blu di Gerrit Thomas Rietveld, Kerim Seiler ha ideato uno spettacolare e coloratissimo spazio d'attesa per la Mobiliare, che accoglie e ispira ospiti e collaboratori, generando una sintesi di spazio e tempo, luogo e spirito. Dal 2013 l'arredamento della lounge Mobiliare è parte integrante del concetto dell'installazione. «L'approccio si basa sulla convinzione che gli artisti forniscono impulsi importanti affinché vivere e lavorare insieme avvenga in modo positivo e responsabile», osserva Dorothea Strauss.
Al di là della reinterpretazione formale e cromatica della sedia Rietveld, Seiler collega tra loro le proprie sedie-sculture, fino a formare una fitta struttura globale. Ne risulta una installazione spaziale che acquista pieno spessore e densità solo con la presenza delle persone che vi indugiano. La lounge è dunque un'opera d'arte autonoma, che interagisce con una scultura sociale, ove ogni discorso, ogni pensiero ha la qualità di un significato unico e irripetibile. Si tratta di un approccio tipico per Kerim Seiler, che riesce sempre, nelle proprie opere, a realizzare inconfondibili luoghi d'incontro tra arte e vita.
Esiste poi anche un altro aspetto che si adatta in modo sorprendente alla tradizione cooperativa della Mobiliare. Nella fase di preparazione del progetto è emerso come Kerim Seiler – che vive a Zurigo, Berlino e Johannesburg – sia un lontano discendente, in 18a generazione, di quell'Anna Seiler che nel 1354 fondò a Berna un ospedale con tredici letti per «accogliere e curare gratuitamente, 'per sempre'». Ed è stato proprio così: l'ospedale di Anna Seiler, conosciuto come Inselspital, esiste ancor oggi come ospedale universitario di Berna.