Una percezione intensiva, quella che interessa a Georges Wenger. I disegni a pastello tratti dai suoi diari di nuvole o le sue attuali linoleografie ci accompagnano in un intenso viaggio nei dettagli. Il filosofo francese Paul Virilio più di trenta anni nel suo saggio intitolato «Inertie polaire» descrive un mondo sempre più veloce, in cui l’uomo rischia di non riuscire più a stare al passo con i propri sentimenti e la propria fisicità. Le opere di Wenger ci distolgono immediatamente dai ritmi frenetici della nostra vita quotidiana, facendoci immergere nelle immagini. Guardiamo più attentamente, sentiamo le nostre sensazioni e lasciamo liberi i nostri pensieri. È proprio questa qualità che il personale può sfruttare per lavorare in solitudine, in coppia, in tre o in quattro su un tema importante che necessita di un luogo di ispirazione speciale.

La mostra Transformations Futures è stata curata da Dorothea Strauss e Ismene Wyss.