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Nonostante le crescenti minacce, la sicurezza informatica ha una bassa priorità nelle PMI svizzere

Martedì, il 19 Settembre 2023

8 PMI su 10 affidano le loro infrastrutture digitali a fornitori di servizi esterni, ai quali si rivolgono anche per la consulenza in materia di sicurezza informatica. Tuttavia, si sono registrati scarsi progressi nell’attuazione di misure di protezione contro la criminalità informatica. I risultati dell’ultimo studio sulla digitalizzazione e la sicurezza informatica nelle PMI mostrano chiaramente che più le aziende si identificano come “pionieri” digitali, più spesso implementano misure tecniche e organizzative per rafforzare la sicurezza informatica al loro interno. Ma mentre negli anni precedenti circa una su cinque delle PMI intervistate si considerava un “pioniere” digitale, nel 2023 questo dato è regredito a una su dieci.

I “pionieri” digitali puntano di più sulla sicurezza informatica, ma ce ne sono sempre di meno

Il livello generale di informazione degli intervistati in merito ai rischi informatici è leggermente migliorato rispetto alla prima indagine del 2020. Oggi, poco più della metà (56%) riferisce di sentirsi abbastanza o ben informato al riguardo (2020: 47%). I risultati dello studio indicano che le PMI con dirigenti ben informati sono molto più propense a implementare misure per migliorare la sicurezza informatica rispetto a quelle che si sentono poco informate.

Le aziende intervistate che si considerano “pionieri” digitali sono inoltre meglio informate, attuano più misure e attribuiscono maggiore importanza al tema del rischio informatico (si veda il grafico). Ma ciò che fa riflettere a questo proposito è che nel 2023 un numero significativamente inferiore di PMI intervistate si considera un pioniere digitale (12%) rispetto a un anno fa (2022: 21%). Simon Seebeck, responsabile del Centro di competenza Cyber Risk della Mobiliare, spiega: «Lo studio conferma la discrepanza tra conoscenza e azione, riconducibile tra l’altro, al fatto che i pericoli informatici non sono visibili a occhio nudo e pertanto tendono ad essere più facilmente ignorabili rispetto ad altri rischi».

(Troppa) fiducia nei fornitori esterni di servizi informatici

La collaborazione con partner terzi nei settori IT e della sicurezza informatica è scontata per molte PMI. Pertanto, il 79% delle aziende intervistate si fida di almeno un fornitore esterno di servizi informatici ed è complessivamente molto soddisfatto (90%). In sostanza, si tratta diuna buona notizia, perché dimostra che più alta è la percentuale di lavoro IT affidato all’esterno, più alta è l’implementazione media di misure tecniche eorganizzative di sicurezza informatica. Purtroppo, però, a seconda del sottogruppo, solo circa la metà degli intervistati può confermare che i propri fornitori di servizi informatici abbiano una certificazione di sicurezza riconosciuta. Andreas W. Kaelin, direttore dell’ Alleanza Sicurezza Digitale Svizzera e Senior Advisor di digitalswitzerland osserva: «Esiste l'idea che i fornitori di servizi IT siano spesso percepiti come competenti in materia di sicurezza informatica per definizione, senza verificare effettivamente la loro competenza e la loro sicurezza, il che comporta dei pericoli».

Telelavoro e comunicazione digitale: roba vecchia?

Il numero di posti di lavoro che i dirigenti delle PMI descrivono come adatti al telelavoro è diminuito per il quarto anno consecutivo. Anche l’utilizzo di canali di comunicazione digitali come Skype, Teams o Whatsapp è sceso nel 2023 rispetto al 2022. Nicole Wettstein, responsabile del programma prioritario Cybersecurity presso l’Accademia svizzera delle scienze tecniche (SATW) dichiara: «Colpisce, ad esempio, l'uso dei servizi di messaggeria e degli strumenti di conferenza online, che sono utilizzati meno frequentemente secondo i dirigenti aziendali intervistati.».

Tuttavia, si delinea una certa stabilizzazione dei dati, dovuta a una regressione meno rapida. Il Prof. Dr. Marc K. Peter della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale afferma: «Guardando al futuro, gli intervistati prevedono che il fenomeno del telelavoro si attenuerà. Circa tre quarti degli intervistati prevedono che la percentuale di dipendenti in telelavoro rimarrà invariata, solo uno su dieci circa prevede un ulteriore calo. Dopo la significativa variazione delle cifre negli ultimi anni, la situazione sembra ora stabilizzarsi».

Lo studio è disponibile per il download: LINK (DE)

Maggiori informazioni nel libro bianco: LINK

Informazioni sullo studio

Dal 18.4 al 13.6.2023, l’istituto di ricerca sociale e di mercato gfs-zürich ha intervistato un totale di 502 dirigenti di PMI (dimensioni da 4 a 49 dipendenti) della Svizzera tedesca, francese e italiana, in merito all’impatto della digitalizzazione e della sicurezza informatica. L’indagine è stata commissionata da digitalswitzerland, dalla compagnia assicurativa la Mobiliare, dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale FHNW, dall’Accademia svizzera delle scienze tecniche SATW e da Alleanza Sicurezza Digitale Svizzera.

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